Galvan Gaetano
2003-08-26 11:11:03 UTC
Sono sempre rimasto affascinato dai racconti di Don Giovanni
e con l' occasione, vorrei fare delle considerazioni sull' album
della svolta di Battisti e del filo conduttore che secondo me
lega nel loro insieme le otto canzoni che lo compongono.
Ho letto nel corso del tempo da più fonti, la storia e la nascita
del personaggio di Don Giovanni, comparso per la prima volta
in Spagna agli inizi del seicento.
il suo itinerario è semplice, seduce un considerevole numero di
donne, si fa beffa delle leggi divine e umane e arriva addirittura
a sfidare l' Aldilà, invitando a cena la statua di un nemico ucciso .
L' invito viene accettato dalla controparte e l' eroe, senza rinnegare
se stesso, sprofonda all' inferno.
Comparve dunque, per la prima volta nel 1630, nella commedia
in tre giornate di Tirso da Molina " Il burlone di Siviglia " storia
pittoresca e movimentata, irta di vicissitudini e inverosimiglianze
che già all'inizio conteneva gli elementi essenziali della leggenda :
la gioia di vivere del suo protagonista e il macchinoso intervento
soprannaturale che, solo, può domarla e distruggerla.
Questa mitica figura, nel corso degli anni, è ritornata di continuo
come protagonista di numerose opere teatrali, letterali e musicali
fino ai nostri giorni dell'età moderna.
L' enorme successo dell' opera di Tirso, fornì l' argomento a vari
canovacci della commedia dell' arte e Molière in seguito, ne trasse
ispirazione per un' opera straordinaria e il protagonista divenne un
eroe del calcolo e della finzione.
Poi arrivò il Don Giovanni musicale di Mozart e Hoffmann, che
videro nel seduttore un' anima assetata di assoluto, di passioni
e vizi brutali.
Byron ne fece un eroe burlesco, trasformandolo in uno scatenato
protagonista di avventure eroicomiche.
Poi arrivò il Don Giovanni di Puskin, campione della focosa
sensualità latina e schierato nelle file degli eroi romantici,
sconfitti in partenza e attratti da passioni impossibili.
Anche Dumas padre si occupò di lui, collocandolo in vicende
teatrali e chiassose.
L' ultima variazione importante sul tema, fu da parte di Shaw
con la liquidazione del mito :
disciplinato, imborghesito e sposato.
Don Giovanni è stato indubbiamente un personaggio poliedrico
ma quale, fra tutti questi ritratti, assomiglia di più a quello
di Battisti e Panella ?
Io direi di tutti un po', poichè in questi brani si possono scorgere
gli innumerevoli volti, della maschera dongiovannesca.
In conclusione, io ritengo questo album che segnò un netto
punto di rottura nel panorama musicale italiano, sia interamente
ispirato alle gesta di questo eroe rubacuori e senza età.
-----------------------------------------------------------------------
DON GIOVANNI
Una melodia struggente, fa da contorno al più
mozartiano dei Don Giovanni, in un contesto
musicale tra l' epocale e il quotidiano.
Le commoventi sonorità, richiamano alla mente
suggestive atmosfere di dolore e inquietudine del
grande salisburghese, in un mirabile intreccio
tra classico e musica leggera.
Un valzer lento, solenne, ieratico che va a sfociare
in un flessuoso flamenco, forse un dovuto omaggio
alla terra di Spagna, patria del leggendario eroe.
----------------------------------------------------
Non penso quindi tu sei, questo mi conquista
l' artista non sono io, sono il suo fumista.
----------------------------------------------------
Le parole iniziali sembrano un paradosso
anti - cartesiano .
" Cogito ergo sum " ( Penso dunque sono )
Per Panella sembra valere l' esatto contrario :
" Non penso quindi tu sei "
Le mie convinzioni mi portano ad immaginare
questa apparente comtraddizione, il preludio
di una sorta di libro verità da parte di Battisti.
Calatosi nelle vesti di Don Giovanni, inizia
un dialogo con un invisibile interlocutore.
( un filo diretto col suo pubblico )
domanda :
" Ma cosa canti, sei proprio tu ?
Non ci possiamo credere ! "
risposta :
" Si ! e tutto questo mi seduce.
Però chi scrive è Panella, io sono il cantore
o meglio, il fine dicitore. "
--------------------------------------------------
Son santo, mi illumino ho tanto di stimmate.
--------------------------------------------------
" E' stata una scelta sofferta e dolorosa per me
lasciare tutto, rinunciare al denaro, agli affetti e
al facile successo. "
------------------------------------------------------
Segna e depenna Ben-Hur sono Don Giovanni.
------------------------------------------------------
" Dimenticatevi del divo, il vecchio Battisti non c' è più.
Sotto le sue spoglie, ora c' è un uomo che si farà beffa
del mercato discografico e sfiderà l' inosabile."
--------------------------------------------------------
Rivesto quello che vuoi, son l' attaccapanni.
--------------------------------------------------------
Domanda:
" Ma come fai a cantare e musicare queste cose qui ? "
risposta:
" Nessun problema, io rivestirò tutto con nuovi suoni
e melodie che vi sorprenderanno."
( la metafora delll' attaccapanni è la suprema abilità
musicale di Battisti )
---------------------------------------------------------
Poi penso che t' amo, no anzi che strazio.
---------------------------------------------------------
Domanda:
" Le nostre care e vecchie canzoni d' amore non le
sentiremo più ? "
risposta:
" A volte ci penso, ma che dico, basta per carità ! "
---------------------------------------------------------
Che ozio nella tournée di mai più tornare
nell' intronata routine del cantar leggero
l' amore sul serio.
---------------------------------------------------------
" Non tornerò mai più in quel mondo che tanto
piace a voi.
Le luci della ribalta non le voglio, e poi, è ora
di finirla con queste canzonette ! "
----------------------------------------------------------
E scrivi.
Che non esisto quaggiù
che sono l' inganno.
-----------------------------------------------------------
" Lo so' cosa pensate di me, che non andrò
lontano, oppure, questo non sono io.
La mia strada ormai è segnata, non tornerò
indietro. "
---------------------------------------------------------
Sinceramente non tuo
( sinceramente non tuo )
------------------------------------------------------------
domanda:
" Sei sicuro di quello che fai ? "
risposta:
" Assolutamente si, e senza rimpianti ! "
-----------------------------------------------------------------
Qui Don Giovanni
ma tu, dimmi chi ti paga.
------------------------------------------------------------------
E' l 'ora del congedo, per entrambi le parti.
Lui :
" Ecco, questo è tutto "
E di rimando :
" Arrivederci Lucio ! "
" No !
Ripeto, son Don Giovanni "
Molti di noi, si sentono ancora orfani e con
una punta di amarezza ( e molta nostalgia )
si chiedono il perchè di tutto questo, ovvero
la sua rinuncia agli agi dell' aureo successo
e diventare, un incompreso eremita musicale.
Lui, come Don Giovanni , si sentì attratto da
un' impresa inverosimile e quasi impossibile
da realizzare :
abbattere il vecchiume e costruire qualcosa
di nuovo e veramente unico, demolire il già
vissuto e le banali certezze in cui si crogiolava
la nostra amata canzone.
E ci riuscì.
ciao Gaetano
( e in particolar modo ad un amico che a ferragosto mi ha fatto degli
inaspettati e graditissimi auguri. )
e con l' occasione, vorrei fare delle considerazioni sull' album
della svolta di Battisti e del filo conduttore che secondo me
lega nel loro insieme le otto canzoni che lo compongono.
Ho letto nel corso del tempo da più fonti, la storia e la nascita
del personaggio di Don Giovanni, comparso per la prima volta
in Spagna agli inizi del seicento.
il suo itinerario è semplice, seduce un considerevole numero di
donne, si fa beffa delle leggi divine e umane e arriva addirittura
a sfidare l' Aldilà, invitando a cena la statua di un nemico ucciso .
L' invito viene accettato dalla controparte e l' eroe, senza rinnegare
se stesso, sprofonda all' inferno.
Comparve dunque, per la prima volta nel 1630, nella commedia
in tre giornate di Tirso da Molina " Il burlone di Siviglia " storia
pittoresca e movimentata, irta di vicissitudini e inverosimiglianze
che già all'inizio conteneva gli elementi essenziali della leggenda :
la gioia di vivere del suo protagonista e il macchinoso intervento
soprannaturale che, solo, può domarla e distruggerla.
Questa mitica figura, nel corso degli anni, è ritornata di continuo
come protagonista di numerose opere teatrali, letterali e musicali
fino ai nostri giorni dell'età moderna.
L' enorme successo dell' opera di Tirso, fornì l' argomento a vari
canovacci della commedia dell' arte e Molière in seguito, ne trasse
ispirazione per un' opera straordinaria e il protagonista divenne un
eroe del calcolo e della finzione.
Poi arrivò il Don Giovanni musicale di Mozart e Hoffmann, che
videro nel seduttore un' anima assetata di assoluto, di passioni
e vizi brutali.
Byron ne fece un eroe burlesco, trasformandolo in uno scatenato
protagonista di avventure eroicomiche.
Poi arrivò il Don Giovanni di Puskin, campione della focosa
sensualità latina e schierato nelle file degli eroi romantici,
sconfitti in partenza e attratti da passioni impossibili.
Anche Dumas padre si occupò di lui, collocandolo in vicende
teatrali e chiassose.
L' ultima variazione importante sul tema, fu da parte di Shaw
con la liquidazione del mito :
disciplinato, imborghesito e sposato.
Don Giovanni è stato indubbiamente un personaggio poliedrico
ma quale, fra tutti questi ritratti, assomiglia di più a quello
di Battisti e Panella ?
Io direi di tutti un po', poichè in questi brani si possono scorgere
gli innumerevoli volti, della maschera dongiovannesca.
In conclusione, io ritengo questo album che segnò un netto
punto di rottura nel panorama musicale italiano, sia interamente
ispirato alle gesta di questo eroe rubacuori e senza età.
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DON GIOVANNI
Una melodia struggente, fa da contorno al più
mozartiano dei Don Giovanni, in un contesto
musicale tra l' epocale e il quotidiano.
Le commoventi sonorità, richiamano alla mente
suggestive atmosfere di dolore e inquietudine del
grande salisburghese, in un mirabile intreccio
tra classico e musica leggera.
Un valzer lento, solenne, ieratico che va a sfociare
in un flessuoso flamenco, forse un dovuto omaggio
alla terra di Spagna, patria del leggendario eroe.
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Non penso quindi tu sei, questo mi conquista
l' artista non sono io, sono il suo fumista.
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Le parole iniziali sembrano un paradosso
anti - cartesiano .
" Cogito ergo sum " ( Penso dunque sono )
Per Panella sembra valere l' esatto contrario :
" Non penso quindi tu sei "
Le mie convinzioni mi portano ad immaginare
questa apparente comtraddizione, il preludio
di una sorta di libro verità da parte di Battisti.
Calatosi nelle vesti di Don Giovanni, inizia
un dialogo con un invisibile interlocutore.
( un filo diretto col suo pubblico )
domanda :
" Ma cosa canti, sei proprio tu ?
Non ci possiamo credere ! "
risposta :
" Si ! e tutto questo mi seduce.
Però chi scrive è Panella, io sono il cantore
o meglio, il fine dicitore. "
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Son santo, mi illumino ho tanto di stimmate.
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" E' stata una scelta sofferta e dolorosa per me
lasciare tutto, rinunciare al denaro, agli affetti e
al facile successo. "
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Segna e depenna Ben-Hur sono Don Giovanni.
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" Dimenticatevi del divo, il vecchio Battisti non c' è più.
Sotto le sue spoglie, ora c' è un uomo che si farà beffa
del mercato discografico e sfiderà l' inosabile."
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Rivesto quello che vuoi, son l' attaccapanni.
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Domanda:
" Ma come fai a cantare e musicare queste cose qui ? "
risposta:
" Nessun problema, io rivestirò tutto con nuovi suoni
e melodie che vi sorprenderanno."
( la metafora delll' attaccapanni è la suprema abilità
musicale di Battisti )
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Poi penso che t' amo, no anzi che strazio.
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Domanda:
" Le nostre care e vecchie canzoni d' amore non le
sentiremo più ? "
risposta:
" A volte ci penso, ma che dico, basta per carità ! "
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Che ozio nella tournée di mai più tornare
nell' intronata routine del cantar leggero
l' amore sul serio.
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" Non tornerò mai più in quel mondo che tanto
piace a voi.
Le luci della ribalta non le voglio, e poi, è ora
di finirla con queste canzonette ! "
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E scrivi.
Che non esisto quaggiù
che sono l' inganno.
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" Lo so' cosa pensate di me, che non andrò
lontano, oppure, questo non sono io.
La mia strada ormai è segnata, non tornerò
indietro. "
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Sinceramente non tuo
( sinceramente non tuo )
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domanda:
" Sei sicuro di quello che fai ? "
risposta:
" Assolutamente si, e senza rimpianti ! "
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Qui Don Giovanni
ma tu, dimmi chi ti paga.
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E' l 'ora del congedo, per entrambi le parti.
Lui :
" Ecco, questo è tutto "
E di rimando :
" Arrivederci Lucio ! "
" No !
Ripeto, son Don Giovanni "
Molti di noi, si sentono ancora orfani e con
una punta di amarezza ( e molta nostalgia )
si chiedono il perchè di tutto questo, ovvero
la sua rinuncia agli agi dell' aureo successo
e diventare, un incompreso eremita musicale.
Lui, come Don Giovanni , si sentì attratto da
un' impresa inverosimile e quasi impossibile
da realizzare :
abbattere il vecchiume e costruire qualcosa
di nuovo e veramente unico, demolire il già
vissuto e le banali certezze in cui si crogiolava
la nostra amata canzone.
E ci riuscì.
ciao Gaetano
( e in particolar modo ad un amico che a ferragosto mi ha fatto degli
inaspettati e graditissimi auguri. )