Discussione:
In vino veritas
(troppo vecchio per rispondere)
Gaetano
2014-10-18 16:15:23 UTC
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Suggestivo il videoclip di Estetica che segue e ricalca alcune immagini del
film “ I colori della passione” e del celebre quadro di Bruegel ( Salita al
calvario ) Che si interagisca all'interno di un dipinto sembra assodato,
l'arte pittorica si manifesta chiaramente con il verbo "E lui continuava
a ritrattare". E' lui il principale interprete del racconto: il pittore.
L’Estetica del testo panelliano secondo il mio vedere si fonda sul
capolavoro di Raffaello, La Scuola di Atene. Un omaggio all'importanza della
cultura classica dove vengono raffigurati i grandi filosofi dell'antichità
mentre discutono fra loro, all’interno di un immaginario edificio classico.
Un affresco conservato nella Stanza della Segnatura nei Palazzi Vaticani di
Città del Vaticano in cui nel centro figurano i due maggiori pensatori
greci, Platone ed Aristotele. Attorno a loro ed ad altri filosofi e
matematici sono raccolti in gruppi i loro seguaci.


Socrate è collocato a sinistra di Platone, di cui fu il maestro. Vestito con
una mesta tunica verde, è voltato di spalle rispetto alle figure centrali di
Platone e Aristotele. Lo si riconosce per le fattezze e per i gesti: egli,
infatti è ritratto nell’atto del dialogare, processo caratteristico della
sua filosofia. Fu contestatario dei sofisti, i quali miravano tramite l'arte
della retorica a far apparire vero ciò che a loro conveniva. Prevalendo
con la parola sull'altro annullavano qualsiasi valore di verità e giustizia
sostituendovi il proprio egoistico interesse. Socrate invece tendeva
piuttosto a verificare e smascherare se sotto quell'ideale educativo non
vi fosse quello di addormentare le coscienze critiche a scopi di potere
personale. Il cosiddetto sonno delle coscienze...

È successo quello che doveva succedere.
Ci siamo addormentati, perché è venuto il sonno
a fare il nostro periodico ritratto

Al centro, in primo piano, c’è Eraclito con le sembianze di Michelangelo che
appoggia il gomito su un grande blocco, mentre all’estrema destra troviamo
Euclide ( matematico e scienziato ) con i tratti di Bramante, che disegna a
terra attorniato dai suoi discepoli. Michelangelo non appare casualmente
in questo contesto: architetto, scultore, pittore, poeta, è celebrato come
il massimo genio del suo tempo. Intorno al 1489 venne in contatto con la
statuaria classica e la filosofia neoplatonica, componenti essenziali per
lo sviluppo della sua produzione artistica.

E per somigliarci a noi
più che noi stessi, ci vuole fermi,
che appena respiriamo,
e mobili ogni tanto,
come un tratto
sicuro di matita.

All'estrema sinistra, attorno alla base di una colonna, Zenone di Cizio
vicino a un fanciullo, che regge il libro letto, secondo alcuni da Epicuro
incoronato di pampini di vite. Sull'identificazione di quest'ultima figura,
diversi studiosi la giudicano come un rito orfico ( il culto del vino )
Si tratta di un particolare molto spesso controverso, di come la corona
di pampini richiami il piacere del vino e in generale il piacere che Epicuro
poneva alla base della vita...

Ecco che siamo
la viva immagine di una
distilleria abusiva che
goccia a goccia
secerne puro spirito.
Noi dietro una colonna ridevamo per l'aneddoto

Platone ed Aristotele rappresentano nella cultura occidentale, i due poli
opposti del pensiero filosofico. Aristotele fu allievo e collaboratore di
Platone partecipando di fatto a quella che fu la critica che lo stesso
Platone faceva sulla dottrina delle idee. Platone verteva il suo pensiero al
mondo delle idee, in netta contrapposizione a quello aristotelico che
verteva invece sull'esperienza.

e ci contrastavamo amabilmente
su aria, fiato e facoltà vitale,
su brio d'intelligenza,
sull'indole e sull'estro

Nel pensiero di Platone arte e scienza vanno valutate sullo stesso piano in
quanto tentativi di rappresentazione dell'idea del bello ( e quindi
dell'estetica e del creato) nel primo caso, della verità nel secondo.

E poi sulla fortuna.
La fortuna non c'entra
quando una cosa
per terra si posa.
E vale sia per l'estetica
che per l'allodola.
E lui continuava a ritrattare.
A ritrattare quindi.

i due grandi filosofi al centro della discussione: Platone, dipinto con le
sembianze di Leonardo da Vinci, regge in mano la sua opera Timeo ed indica
il cielo con un dito (indicando l'’iperuranio, zona d’essere oltre il cielo
dove risiedono le idee), mentre Aristotele regge l’Etica e rivolge il palmo
della mano verso terra rivolgendosi al mondo terreno e alla volontà dell’uomo
di studiare il mondo della natura e di essere in contatto con essa.

E la reale
e doppia fisionomia nostra
spariva via
soffio, refolo, vento e venticello,
sull'essenza e sulla soluzione,
sul volatile e sulla proporzione,
sul naturale e sul denaturato.

Il ditirambo era, nell'antica Grecia, un canto corale in onore del dio
Dioniso. Un canto a Dioniso che viene intonato sotto l'ispirazione del
vino. Le figure di Zenone di Cizio ed Epicuro tornano a far parlare
di loro per rimarcare la stato d’animo alterato dall'ebbrezza.
In vino veritas,: «nel vino è la verità». Quando una persona è alticcia,
ha i freni inibitori rilassati e può facilmente rivelare fatti e pensieri
veritieri che da sobrio non direbbe mai. Come scrive Orazio,
«che cosa non rivela l'ebbrezza?

come una coppia annoiata di
visitatori da una mostra.
Noi dietro le sue spalle
ridevamo per l'aneddoto
mimetico, drammatico, faceto, ditirambico

Il riferimento al Cenacolo di Leonardo appare palese, il suo volto è
prestato alla figura di Platone. E il trait d'union è sempre il vino,
simbologia cristiana sul desco per l'Eucarestia di Gesù con i suoi apostoli
nell'Ultima cena leonardesca.

e ci contrastavamo amabilmente
su verde, rosa e viola del pensiero,
su mente giudicante,
su lampo e riflessione,
e sul limpido e il cupo e il commovente,
su coscienza e su allucinazione,
sulla celebre cena e gli invitati.

La metafora del vino ritorna continuamente sotto forma dello spirito
( l'etanolo è chiamato anche spirito ) e viene usato come collante
tra le due scuole di pensiero. Platone e Aristotele forse non erano a
conoscenza del fatto ma forse quest’ultima allegoria tende a sottolineare
e infiammare la loro diversità di coscienza. Entrambi al centro della
composizione raffaellesca, vicino al punto di fuga, situato tra i due,
quasi a volere indicare che il vero abbia caratteristiche
sintetiche, di conciliazione tra quelle già intuite dall'uno e l'altro,
quali figure fondamentali per lo sviluppo del pensiero occidentale.

Colori che divorano colori
se lo spirito s'eccita,
per caso esilarando,
oppure ardendo,
bruciando bruciando.
E chi dei due
ha le parti fredde
cercando le tue.

Il tema di questo dipinto è la facoltà dell'anima di conoscere il vero, e
cioè di approcciarsi alla scienza ed alla filosofia.

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calypsos
2014-10-18 20:11:47 UTC
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Suggestivo il videoclip di Estetica che segue e ricalca alcune immagini...
Ho capito: praticamente Panella, torturandolo e violentandolo, ha reso Lucio "puro spirito", cioè la dimensione cui lo stesso Lucio, forse inconsapevolemente, aspirava.

Bravo Gaetano!

c.
Gaetano
2014-10-18 21:46:03 UTC
Permalink
Suggestivo il videoclip di Estetica che segue e ricalca alcune immagini...
Ho capito: praticamente Panella, torturandolo e violentandolo, ha reso Lucio
"puro spirito", cioè la dimensione cui lo stesso Lucio, forse
inconsapevolemente, aspirava.

Bravo Gaetano!

c.

Conosco la tua riluttanza nel concedere degli apprezzamenti e detto
così in maniera convinta significa ti è piaciuto veramente. Grazie :-)
Pero' devo contraddirti: Panella non torturava affatto Battisti,
casomai era il contrario. Lui pretendeva moltissimo da Panella
e lo costringeva ad applicarsi sui testi. Battisti negli ultimi anni
ha studiato molto filosofia ( e matematica ) numerose testimonianze
di chi lo conosceva lo confermano. Già in Don Giovanni ci sono nozioni
su Hegel e questo lascia presagire la sua vocazione in materia. Panella
metteva in copia strampalata le sue idee secondo me...
Non ci credi ? Leggi qui c'è anche Battiato...

http://www.evan60.net/filosofia-antica.html

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